Le origini del diritto d’autore e la censura

 

L’invenzione della stampa

Dopo l’invenzione della stampa da parte di Guthemberg divenne certamente più semplice la circolazione delle idee e del sapere. Questo, nell’Inghilterra del 16th secolo, rappresentò un potenziale pericolo per il potere religioso e politico.
Il controllo preventivo delle opere era un sistema certamente più efficace dell’intervento a posteriori e pertanto fu adottato il meccanismo delle licenze attraverso la Stationer’s Company, la corporazione degli Stampatori e degli editori. Solo i componenti della corporazione potevano stampare e pubblicare le opere ed essi si guardavano bene dal pubblicare cose non gradite, divenendo dei censori di fatto.
Inoltre, ciò che era stato pubblicato da uno dei componenti della corporazione non poteva essere pubblicato da nessun altro. In tal modo si veniva a creare un diritto di esclusiva sullo sfruttamento dell’opera.

La Stationer’s Company

 L’importanza della Stationer’s Company crebbe sensibilmente ed in questa corporazione vediamo concentrati l’interesse commerciale di controllare un mercato divenuto ormai ricco e l’esercizio del potere di controllare la circolazione delle opere e del pensiero.
Gli Stationers, in cambio del monopolio di fatto sulla circolazione delle idee, esercitavano per conto dello Stato un considerevole potere di censura, poiché potevano legalmente eliminare e distruggere delle opere ritenute sovversive o immorali.

Lo Statute of Anne

 Nel 1710, dopo varie vicissitudini, fu emanato lo Statute of Anne, la prima legge organica sul copyright nel mondo, il quale prevedeva:
a) la concessione agli autori dell’esclusivo diritto di stampare e pubblicare i propri libri per un termine di 14 anni incrementabile di altri 14 per le opere non pubblicate; di un termine di 21 anni per le opere già pubblicate prima dell’entrata in vigore dello statuto.
b) l’esclusivo diritto degli stampatori e degli editori (spesso lo stesso soggetto) di stampare e vendere i libri dei quali avessero acquistato i diritti dagli autori;
c) sanzioni per coloro che avessero contravvenuto alle regole dello statuto;
d) la tutela era subordinata alla registrazione del titolo del libro nel registro della Stationer’s Company;
e) i prezzi dei libri, se irragionevolmente alti, potevano essere calmierati;
f) il deposito obbligatorio in alcune biblioteche;
Lo Statute of Anne non proteggeva dall’importazione e la vendita di libri provenienti da stati esteri ma garantiva, con le tutele per gli autori e gli editori nonché con la tenuta del registro, il duplice interesse economico degli operatori del settore e quello politico e religioso delle autorità.

Base normativa per la disciplina del copyright negli Stati Uniti

Lo Statute of Anne, rappresentò la base normativa anche per il copyright negli Stati Uniti dove nel 1790 fu approvata dal Congresso la prima legge sul diritto d’autore.
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